Tutti lo amano e tutti lo bevono: lo Spritz.
Un grande classico italiano, dalle origini piuttosto datate; infatti, nasce durante la dominazione austriaca nel lombardo-veneto tra fine ‘700 e inizio ‘800 quando i soldati asburgici iniziarono a fare la conoscenza dei vini veneti.
Inizialmente però gli austriaci non apprezzarono la qualità dei vini, li consideravano troppo forti per i loro palati. Così per renderli più dolci pensarono bene di allungarli con acqua gassata!
Ogni volta che ordinavano del vino chiedevano puntualmente di “spruzzare” un po’ d’acqua, così da abbassare la gradazione alcolica e potevano berli con più leggerezza e gusto.
Ma lo Spritz come lo conosciamo noi oggi è un po’ diverso da quello del’800 (fortunatamente). Infatti, negli anni a seguire questo drink subì diverse modifiche: qualcuno aggiunse una correzione di vermouth o di bitter, fino ad arrivare a 160 anni fa.
Giustamente voi direte: cosa successe 160 anni fa?
Nacque il grande, unico e inimitabile Campari e 60 anni dopo venne realizzato un altro importante ingrediente di questo iconico drink: l’Aperol.
Senza dubbio lo Spritz è diventato a tutti gli effetti il protagonista dell’aperitivo nazionale e addirittura internazionale, tanto da essere inserito nell’edizione dei cocktail ufficiali dell’IBA (International Bartenders Association)!
C’è da dire che ogni regione, ogni città ha le sue versioni. A Venezia, ad esempio, è comune macchiare il vino con il Select, e comunque mille sono le possibilità, dal Cynar ai vari vermouth bianco, rosso, rosé e dry, a volte anche miscelati con vino bianco fermo o il dolce e aromatico Asti Spumante.